Eccolo, Dario Argento. Questo film, se visto dopo robetta come “Il cartaio” o “La terza madre”, sembra un capolavoro. In realtà capolavoro non è, ma è sicuramente un gran bel film. Thriller all’italiana esportato in America, in sintesi è questo il modo migliore per descrivere “Trauma”. La storia è quella di una famiglia rumena, formata da Adriana ed Aura Petrescu (rispettivamente madre e figlia) e si svolge intorno ad una clinica per anoressici. Ma c’è molto di più. Tutto il film ruota intorno al tema della magia nera, del macabro, come fu per “Suspiria” e, in parte, per Profondo rosso. Ma qui non c’è nessuna scuola di ballo, solo una ragazzina anoressica con una madre mentalmente instabile. La ragazzina anoressica è Aura, interpretata da Asia Argento. E’ lei la protagonista della storia, il classico personaggio buono che riesce a sconfiggere il cattivo e bla bla bla. Il ruolo dell’aiutante è quello di David, che salva Aura durante un tentativo di suicidio e cerca di riportarla alla vita. Perchè “Trauma” funziona? Semplice, perchè quando un film ha una sceneggiatura che non fa acqua da tutte le parti, ma ha colpi di scena che si susseguono, interpretazioni non da Oscar ma neanche irritanti ed un buon livello di suspence, può definirsi un thriller-horror riuscito. E “Trauma” lo è. E’ la terza produzione americana di Argento, ed è emblematico il fatto che in America non abbia avuto il successo sperato. Come a dire: “I film belli non li vogliamo”. Dario Argento qui ci dimostra di essere un grande regista: grandi movimenti di macchina, inquadrature non fine a sé stesse, trovate geniali… è l’Argento che tutti noi amiamo di più. La produzione rifiutò di far scrivere le musiche ai mitici Goblin: essendo un film prodotto in America dovevano essere scritte da un autore conosciuto negli States. E così fu, Pino Donaggio ci regala musiche “di genere”, niente di altisonante ma il giusto. Credo che i Goblin avrebbero fatto di meglio, ma questo non lo sapremo mai. Tornando alla storia: l’assassino è un vero e proprio cacciatore di teste, sgozza le sue vittime come se si fosse alla ghigliottina (da qui l’omaggio iniziale alla Rivoluzione Francese). Ma se fa questo c’è un motivo ben preciso e lo si saprà alla fine del film, nulla è per caso nel cinema di Argento… E’ una pellicola da vedere, più che da raccontare, come molte del maestro dell’horror. Buona visione.
Monday, October 12, 2009
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