L’occasione per prendersi una bella rivincita era invitante: proprio quei fondi pubblici che si volevano togliere al cinema e al teatro sono stati utilizzati per Barbarossa, polpettone medieval/fantasy che dovrebbe celebrare Alberto da Giussano. Sponsorizzato e voluto fortemente dalla Lega, ha già ricevuto pesantissime critiche: sceneggiatura inesistente, attori “bolliti”, mancanza di logica, faciloneria. Insomma, parlarne male sarebbe come sparare sulla crocerossa. Dunque, dopo una tiratina d’orecchi a Rutger Hauer e a F. Murray Abraham (cosa non si farebbe per un piatto di lenticchie), vorrei esprimere tutta la mia solidarietà a Renzo Martinelli, il quale, da professionista serio, ha accettato di dirigere questo film su commissione. Già regista di pellicole interessanti come Vajont e Sarahsarà, nonché docente, produttore di moltissimi videoclip tra gli anni settanta e ottanta e laureato in lingue e letterature straniere, si è preso questo rischio e ne pagherà tutte le conseguenze: troppo pericoloso criticare il meccanismo dei finanziamenti pubblici, per i vari addetti ai lavori è di gran lunga più sicuro gettare fango su di lui. Eppure, è uno dei pochi italiani che è riuscito a girare un kolossal: sgangherato, brutto, noioso, ma pur sempre un kolossal, con panorami immensi, scene di massa ed effetti speciali. Quasi come quelli che invidiamo all’America.
Thursday, October 15, 2009
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