Thursday, September 24, 2009

Recensione Film: Coraline e la porta magica

Da un racconto gotico di Neil Gaiman è stato tratto questo “cartoon 3D” del 2008 in stop-motion e fondali e parte dell’ambiente in Computer graphics.

Coraline Jones è una bambina di 11 anni che con i genitori si trasferisce in Oregon. I genitori della bambina la trascurano per il lavoro e sotto insistenza del padre, la piccola inizia a contare le porte della casa, scoprendone una occultata dietro la tappezzeria che, aperta, risulta murata ma…

Un topolino una notte la conduce alla porta e attraverso un tunnel Coraline si ritrova in un mondo parallelo, identico a quello in cui abita ove c’è la sua casa, ed una copia dei suoi genitori e dei suoi strani vicini ma tutti hanno gli occhi cuciti con dei bottoni. In questo mondo lei trova tutto ciò che le manca nel mondo reale e soprattutto l’affetto dei genitori. Ma sarà tutto così fantastico?

Il film ha un incipit bellissimo, con il disfacimento e il rifacimento di una bambola in pezza che ha un senso per la comprensione del film. Il racconto è accattivante e coinvolgente e il mondo surreale è davvero folle e vira verso il dark. Si sente la regia di Henry Selick e l’atmosfera in parte di Night Before Christmas, Edward Mani di Forbice e anche Big Fish. In sostanza è una favola semi-horror con umorismo alla Tim Burton, in cui a farla da padrone sono le invenzioni stilistiche, una soria tutt’altro che banale, piccole citazioni e rimandi ad altri film e un omaggio neanche tanto velato (vedi il gatto) all’Alice di Lewis Carroll.

Un film particolare forse non proprio adatto ai più piccoli.

Voto: 8 Onirico

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