Questa lanterna ha bisogno di un sottotitolo: “Altro che le puttanate di Michele Placido.”
Torno or ora dalla visione del film “Il grande sogno” che sinceramente mi ha deluso profondamente. Questo film non è sul 68 e non è nemmeno un film sulla passione e l’impegno, appena tratteggiati, sullo sfondo della vicenda umana dei protagonisti. Dal film sembrerebbe che all’università si trombava parecchio e che c’era molto casino. Il sogno sarebbe un Martin Luther King inserito, senza senso, in mezzo a delle scene? Le immagini del Vietnam? Placido si perde in una superficialità fastidiosa ed inutile. L’unico grande sogno è quello del poliziotto Scamarcio-Placido (è autobiografico) e cioè quello di diventare un attore.
Un film sulla partecipazione? Direi di no. I temi veri, i sogni, vengono a malapena sorvolati.
Il sogno di libertà, giustizia, uguaglianza e pacifismo si perde tra le cosce della Trinca ed i monologhi di Scamarcio in un collage di filmati storici e vuoti politici. La politica non c’è e viene usata come una macchietta vuota.
Questo mondo che oggi viviamo è cambiato ma non ci ha lasciato una democrazia compiuta ed una società felice. Quei sogni valgono ancora. Quei sogni sono gli ideali di chi, anche oggi, protesta per un’università più giusta e per condizioni migliori sul lavoro; per chi, oggi, non può tollerare il razzismo di Stato dei rispingimenti e del reato di clandestinità; per chi difende la libertà di stampa e di informazione; per chi è stanco di essere avvelenato dalle mille Ilva di Italia.
Il grande sogno è sempre quello di un mondo migliore e di una società più giusta, non quello di trombarsi la Trinca in biblioteca o di diventare un famoso attore. Il grande sogno meriterebbe maggiore rispetto.
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